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L'accordo con Google all'esame dell'antitrust
L'altra mina vagante che pende sul capo di Jerry Yang ha infine il volto e le lunghe mani del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L'accordo con Google, che gli analisti di mercato e la comunità finanziaria (e lo stesso Icahn) hanno accolto positivamente, sarà infatti sottoposto a (severo?) scrutinio dall'autorità Antitrust. I giuristi storcono il naso di fronte alle dichiarazioni delle due compagnie secondo cui il deal è "limitato e non influirà sulla loro indipendenza" e hanno sul tavolo i numeri del mercato, che vedono Google avere in mano il 60% del business dei servizi di ricerca sul Web e Yahoo il 16,6%. L'accordo, obiettano dall'Antitrust potrebbe disincentivare la competizione di Yahoo! contro Google, proprio perché la compagnia di Sunnyvale guadagnerebbe anche dalla pubblicità del suo rivale. La tesi, mai finora utilizzata in modo ufficiale, è quella che sostiene anche Microsoft, che non è certo contenta della collaborazione raggiunta dalle due nemiche e che potrebbe presto muovere pubbliche obiezioni sulla liceità dell'intesa dal punto di vista del rispetto della concorrenza. E la sfida per accaparrarsi una torta, quella dei servizi di Web advertising, secondo che potrebbe raggiungere nel 2010 i 75 miliardi di dollari, dai 40 miliardi del 2007, è solo all'inizio.